[it]Racconti di un malato.

L’idea di questo articolo mi è venuta leggendo qualche post di un amico blogger che ha avuto a che fare con Il Male. Il Tumore. Le sue esperienze, le sue paure, le sue incomprensioni. Certo che quando leggi il vissuto di una persona che ha dovuto combattere con una malattia del genere il primo sentimento che provi è la pena. Ti viene proprio quella voglia di incoraggiarlo, di consigliarlo. Insomma, farli vedere che li sei vicino. Ma anche il fatto che capisci quello che li succede.

Sbagliato. Tu, come persona sana, come persona fuori da questa situazione non capisci. E non è un discorso di volere o di menefreghismo. Ma semplicemente non lo puoi capire. Si deve vivere in prima persona per capire una cosa del genere. E io lo vissuto in prima persona per riuscire a capirlo, caro amico blogger. Eh si, purtroppo si.

E’ difficile a spiegare (in modo di essere capito) di quello che senti in quei momenti. Cercherò con le mie parole semplici a farlo. E lo faro in un modo sistematico, perché è un po come si fa elaborare il lutto. Non so se tutte le persone hanno avuto la stessa esperienza mia, ma guardandomi intorno (dentro Day Hospital) mi rivedo. Allora…

Lo stordimento.

Già, è il primo sentimento che ho provato quando ho capito di averlo. Anche perché lo sempre vista come una cosa che capita “ai altri” (e non a te). In fondo tu sei venuto a fare un sempliciotto controllo. E poi non sei avvisato subito (forse è meglio). Al inizio ti si rivolgono con delle parole che hanno un profumo di confusione. Tipo: abbiamo trovato uno “spessimento” (parola che non sapevo di esistere prima e che non dimenticherò mai). Ma poi, man-mano che i esami vanno avanti (con tutti incoraggiamenti del genere “dai, dai, vedrai che non c’è niente”, “può darsi che sia un’altra cosa”) ti ritrovi davanti alla cruda verità.

C’è l’hai. Non vuoi nemmeno chiamarlo con il suo nome. Diventa scaramantico, lo so, ma ho osservato che tutti intorno a me lo facevano. Amici, parenti, personale medico. Evitano di pronunciarli il nome. Inevitabilmente lo fai anche tu. Forse perché dentro di te c’è ancora la infinitesima speranza che non è LUI. Ma un’altra cosa. Qualsiasi cosa, ma non LUI.

La confusione

Piano piano, quando capisci che l’inevitabile si trova dentro di te, sei confuso. Cominci a informarti su internet. Di cosa si tratta? Quanti ci siamo? Quale sono i rischi? E soprattutto….. che tasso di mortalità c’è. Provi anche un pizzico di rimprovero verso il tuo organismo, che non hai mai avuto problemi seri di salute… ma ora ha tradito. Poi entri in questo circuito di esami e para-esami dove ti girano dappertutto. A volte avevo l’impressione se come fossero scontenti di aver trovato solo quello. Ti senti come un gatto passato da una persona ad altra senza capire il perché. O meglio, come un agnello.

La paura

I fatti sono chiari. Devi essere operato. Quel Male…. la…. si dovrà asportare. Piano piano dentro di te si infila il sentimento di paura. La cosa più assurda è che proprio le parole di incoraggiamento ti fanno sentire i brividi del terrore.

sei fortunato, lo abbiamo beccato in tempo” (chiamalo fortuna!?)

almeno non c’è metastasi” (quindi “metastasi” è peggio)

tu ce la fai, sei un guerriero” (ci sono anche le sconfitte nelle guerre)

Ti rendi conto che la cosa si fa sul serio. Che sei sul filo di rasoio. Che la Morte non è un scherzo. Ach….la morte… cambia tutto.

La mentalità

Ti trovi a guidare la macchina e fermarti in mezzo alla strada per guardare i alberi, il cielo. E lo fai senza un senso. L’unica spiegazione è che “magari non lo farai mai“. E tutto si rapporta alla vita e morte. Un fiore con i suoi colori vivaci. Quanto è bello, ma quanto vive effettivamente un fiore? Domanda che non te l’avevi posta mai. Le immagini, il tempo, le tue azioni hanno un altra connotazione. Potrebbero essere le ultime. Al improvviso scopri di essere più profondo nei pensieri. Più filosofo. Quello che potrebbe essere più strano e che anche il sesso (roba con una certa importanza prima)…. lo percepivo come una perdita di tempo. Inutile. Ed il tempo ti sembra sempre meno a disposizione.

Ecco, mi fermo qui. Non perché non sarebbe da dire, ma perché se continuo divento noioso. E non voglio.

P.S. Dicevo al inizio che, se non avete provato tutto ciò non potete capire. Vi auguro…. di non capire mai. Ve lo auguro di cuore. Ci metto una bella canzone, che mi sembra adatta a quello che ho scritto.

[it] Quel razzismo dentro di me.

Mbèh, c’è da sorridere detto da uno come me. Ma non posso fare che notarlo. A me.

RazzaStesso.

Certo…. potrei parlare a difesa di quei poveracci che continuamente sbarcano sulle coste europee (ok, ok…in gran parte italiane) per scappare da guerre, fame o miseria. E mi sentirei “nel giusto”. Chi può accusarmi di aver torto quando dico che essere nato italo franco tedesco (etc) è soltanto un discorso di fortuna? E non di merito.

Crede forse il tedesco che sarebbe stato cosi testardo a rimanere nel suo “Deutschland” se la situazione economica non fosse migliorata dopo l’ultima guerra? Io non credo. E mi sto basando sulle mie convinzioni con un testimone chiamato “muro di Berlino”. Dove sappiamo tutti quante vittime a fatto. Ed erano tutti tedeschi.

Crede forse il meridionale che ha il diritto di andare a Miami, Londra o in Svezia per una vita migliore ma un Gabonese o Ugandese, no? Ovviamente che no. Eppure….

Eppure mi sento un po (un pochettino, ino ino ino) razzista. STOP. Alt. Non saltate in su di gioia (tipo “avevamo ragione, avevamo ragione“).

Se io mi sento cosi è perché quando vado a Parigi e voglio visitare la Torre Eiffel sono assaltato da centinaia (non è una esagerazione) di africani che vogliono vendermi di tutto. Ma proprio tutto. Ok. va bene i souvenir, ma quando è troppo è troppo. Quasi non riesci ad alzare la testa dalla terra per paura di non essere agganciato di due-tre persone che ti offrono la loro merce. Sono tornato dal centro con un gusto amaro deludente…. ed una decina di torrette souvenir (eh già…provate a non comprare niente).

Mi sento un po razzista pure quando esco la sera, nella bellissima città di Colonia (Koln) con il suo bel Duomo Protestante. Solo che se hai un po di fame ti devi accontentare (non del wurstel…magari) ma di restauranti turchi, i chickens pakistani o i tacco messicani. Tutta roba piccante. Eppure avrei voluto vedere (assaporare) la caratteristica di una cucina bavarese, ruhrese. O comunque germanica.

Un altro paese uguale sono i Brexit-ini. Ci siete mai stati in Londra per caso? Ho avuto l’occasione de vederla questo gennaio. Con la fortuna di essere accompagnato dal mio amico Mike K. Londonese hundred percent. Ricordo di averli chiesto di portarmi a fare l’abbondante breakfast inglese. Non avrebbe centrato se mi sarebbe piaciuto. L’importante era la curiosità. Poi, la sera mi avrebbe portato in un ristorante “where its a good eat“. Insomma, mi ha portato in un tipico ristorante….. bengalese. Con tanto di perry perry e chilly a go go. Credetemi, per chi ha problemi con i emorroidi è una rampa di lancio. Verso oltre la Luna. Nel ultimo giorno ho conosciuto in fine il breakfast inglese. Con tanto di bacon e uova. Soltanto che il ristorante si chiamava Franky and Benny. (Che sono due italiani immigrati in America ed hanno aperto una catena di ristoranti). Per non parlare dei Chicken Wings e Crispy Potatos indiano pakistani che farebbe arrossire d’invidia pure il famoso KFC. E cosi…. sono tornato dall’Inghilterra più confuso di prima. E deluso.

Poi, ci sarebbe Spagna. Con i sud americani. La Francia, con con la cucina algerina. C’è pero qualcosa che oddio anche in Italia, perdonatemi.

Io oddio i Napoletani.

E non è un discorso di superiorità o inferiorità. Ma li oddio per il semplice fatto che hanno una città bellissima, che potrebbe essere un gioiello turistico. Al pari di Venezia, di Roma o qualsiasi città turistica del mondo. Ma che per colpa di suoi stessi abitanti è diventata una città vietata ai turisti. Una città che oltre alla immondizia è pericolosa. Una città che non ha rispetto per le regole. Ma che addirittura si vanta di non esserlo. Ed ai turisti, la cosa non è attraente affatto. Io vorrei visitare Napoli. La sera camminare per le sue vie. Essere incantato dalla sua cultura. Dalla sua gente. Dalla sua cucina. Cose utopiche, almeno per ora. Peccato.

[it]Non riesco a capacitarmi

Oggi, leggevo distrattamente su una di quelle riviste di programmi televisivi con tanto di gossip che – devo dire – è solo spreco di carta.. E come passavo io le pagine una dietro l’altra senza trovare niente di interessante, mi sono fermato su un piccoletto articolo. Suonava cosi.

“Perché Cattaneo deve rischiare la galera se si è difeso da un ladro?”

Si tratta ovviamente del fatto accaduto nel comune di Lodi, dove Cattaneo Mario ha sparato uno dei tre ladri che avevano provato di rubare nella sua tabaccheria. L’articolo, pare, era una lettera mandata da un lettore. Stavo pensando che si sono messi di fianco al proprietario della tabaccheria, non solo i famigliari, i vicini o tutti concittadini del comune lodigiano, ma anche il sindaco…. addirittura esponenti dei partiti politici. Dio Santo. Tutti uniti contro la minaccia delinquenziale. “Dobbiamo difendere i nostri beni“.

Ora, metimagestiamo da parte il fatto che i ladri erano rumeni e che io avrei la stessa nazionalità di loro. Pero c’è qualcosa che non quadra in questa (scusatemi ma non posso chiamarlo altro, che una) isteria generale. Non voglio essere l’avvocato del diavolo, anzi, da parte mia nessun lacrime per il defunto. Dentro di me esiste quella parte cattiva che afferma un cinico “ben li sta, se lo meritava“. Ma da qui, ad allinearmi con la gente che si rivolta per alcune indagini (ed un eventuale processo) su sig. Cattaneo mi sembra improbabile.

Io veramente non vedo dove si trova il male nel indagarsi su un caso di crimine? Il tabaccaio lo ha fatto per legittima difesa? Bene. Allora lo dimostri e “arrivederci“. Potrà continuare la sua vita quotidiana senza nessun impedimento. Quello che voglio dire è che non si può sparare uno (anche in legittima difesa) senza un minimo di indagine. Ma cosa vogliamo che faccia la polizia? I organi competenti. Prendere atto del accaduto e basta? Magari chiamare qualcuno a portar via il cadavere, no?

E poi il processo. Non si vuole assolutamente un processo. Ma come? Siamo talmente disposti a considerare il sig. Cattaneo “non colpevole” ma non riusciamo ad ammettere per il defunto il dubbio del incolpevolezza?  E’ cosi difficile? Ma la legge, non dovrebbe essere uguale per tutti? Anche per i ladri?

P.S. Ancora una cosa. Il colpo d’arma che a assassinato il ladro pare che è avvenuto alla schiena. Alla schiena. Legittima difesa. Schiena.

Ok, il signor Cattaneo dichiara che il colpo è partito mentre cadeva. Allora si chiama incidente, e non legittima difesa. Caso fa che lui stesso dichiara alla domanda di uno dei vicini (“lo hai preso?”), “Si, lo preso“. Che dice molto sulle sue intenzioni.

[it] Non abbiamo il diritto (sopratutto noi )

imagesDa qualche settimana sento dentro la mia testa una sorte di furia. Ed è per la prima volta che essa si riversa sui miei concittadini. Cioè rumeni. Il fatto è che non mi riconosco più in quello che pensano. A questo punto mi chiedo se mi sono cosi talmente trasformato io (allontanandomi dal modo di pensare carpatico), oppure ci sono proprio loro a pensare diversamente di una volta.

Di cosa si tratta?

Ecco, recentemente sono andato a gironzolare un po in internet tra le varie postazioni della stampa rumena (quella online). L’attenzione mi era caduta sul attuale problema europea che sconvolge la tranquillità quotidiana. Cioè l’ondata di profughi che si sono riversati dal continente nordafricano. E devo dire…. sono rimasto sbalordito. Ho letto le opinioni dei lettori che si schieravano contro queste povere anime quasi inorridito.

Ora, io riconosco il fatto che un tale afflusso non può continuare per molto tempo. E che tutto ciò avrebbe (o avrà) un effetto negativo sulle nostre economie. Non mi nascondo dietro un dito. Il problema c’è, esiste. Ma tutto fa parte di un rompicapo puramente economico, oppure di masse che si spostano al improvviso. E chiaro che i nostri governanti dovranno trovare (e presto) una soluzione.  Altrimenti, presto sentiremo l’effetto. Che (almeno al inizio) non sarà affatto positivo.

Quello che pero a fatto effetto (devo dire, nauseante) su di me, è il fatto che la gente non si preoccupava minimamente di tutto ciò. Trova invece nella loro religione una demonizzazione fatale per un eventuale futuro del Europa. Questa gente non vede delle famiglie che scappano dalla guerra, ma vedono soltanto dei terroristi pronti a innescare bombe. Non vedono gente disperata, ma uomini che correranno dietro alle donne per stuprare. Non vedono la disperazione nei occhi dei bambini, ma i futuri kamikadze jihadisti. Ma come?

Proprio noi, che abbiamo riempito ogni angolo benestante di questa Europa. Proprio noi che siamo scapati, non dalla guerra, non dalla morte, ma da una miseria economica, e sopratutto morale (dei nostri governanti)? Che non mi sembra peggio. Sappiamo oggi a gridare “NON LI VOGLIAMO”.

Che restassero nel loro paese e combattere” dichiara alcuno di questi insensibili. Combattere? Contro chi? Da una parte un dittatore che non vuole mollare “l’osso” e disposto a bombardare suo popolo pur di restare presidente. Da l’altra, una frazione integralista che non ha il minimo di perdono contro quelli che non condividono i suoi inseguimenti. Vi sembra questa una situazione di poter combattere?

Esiste un piano diabolico di invadere l’Europa. Questa gente è stata mandata con un scopo.” Ma davvero? E quale sarebbe il motivo di aver convinto migliaia di famiglie ad abbandonare le loro case, i loro luoghi e portarsi le loro donne, i loro bambini verso territori che non conoscono? Certo che ci vuole una buona dose di convinzione. Ma non vi rendete conto che con tutte le vittime (bambini) che hanno passando il Mediterraneo, che sono stati picchiati dalle autorità serbe, croate, ungherese, che contro la fame, la sete (a volte) non si sono fermati? Questa vuol dire semplicemente DISPERAZIONE.

Ma proprio noi parliamo? Che ci sono piene le galere del mondo dei nostri stupratori, ladri, assassini? Che siamo i più riconosciuti truffatori del web? Noi parliamo? Vergognatevi.

P.S. Una curiosità. I più ferventi nemici dei profughi (sul web rumeno) sono le donne. Ho avuto delle scintille nei commenti che ho combattuto con donne che si erigevano difensore “della cultura e mentalità europea”. Mah….

[it]To be….. or not to be

Sarebbe questa la domanda essenziale che mi tormenta attualmente.
Essere, o non essere…… italiano?images
Dal punto di vista legale avrei diritto. Ma basta? Voglio dire…. basta un tale periodo vissuto sulla terra di un paese per far parte di essa?
Mah, a me sembra poco.
Credo che non si tratta di aver ricevuto “il diritto”. Ma anche quello di sentirti veramente ciò che chiedi di essere. Non puoi essere italiano se non lo sei veramente. Ed io non mi sentivo. Non voglio essere giudicato male. Per spiegare quello che voglio dire vi dirò che per me, un identità nazionale può essere paragonata con una madre. E lei che ti da la forma, la mentalità, il modo di concepire le cose.
Ok, ma ora mi trovo ad avere la possibilità di una nuova madre. Magari più bella, più ricca, più accogliente. Una madre che mi da la possibilità di di esprimermi meglio sulle mie possibilità. Una madre più paziente, più desiderosa. Io pero, mi sento se come (se lo facessi) avrò tradito il mio paese. In fondo, quale bambino rinuncerebbe facilmente alla sua madre naturale? Anche se essa è meno brava di quella nuova che li si propone.
Si, lo so che esiste la doppia cittadinanza. Ma credetemi, è difficile. Man mano che comincio ad avere confidenza con l’italianità (scritta o parlata) mi trovo con sbagli (sempre maggiori) dal altra parte. E non sapete quanto doloroso è quando qualcuno del tuo paese ti dice di andare a imparare il rumeno a scuola. Per ciò, mi è chiaro. Passo dopo passo che mi faro “integrare” nel essere italiano….. dentro di me “il rumeno” morirà inevitabilmente. Si spegnerà. O forse qualcosa resterà…… il cuore.
Non e soltanto un discorso di lingua. Ma anche di comportarsi, di mentalità, di reagire a certe situazioni. Sono arrivato a tal punto che (senza aver provato minimamente di mascherarmi) qualcuno nel mio paese avrebbe giurato che non sono rumeno. Ma la domanda è…. “basta?”. Tutto ciò è “l’indispensabile”?
Io credo che non si può pretendere di acquisire una nazionalità diversa se non si sa la sua storia, se non ti confondi nella sua mentalità. Le sue abitudini.
Mi porgo pero la domanda….. “e perché mai dovrei essere italiano?” Ovviamente ci sono tanti i vantaggi. E non parlo da uno che appartiene ad una nazione meno ricca.Ma da persona onesta…con se stesso per prima cosa. E ci sarebbero tanti buoni motivi per acquisire la cittadinanza italiana. Ma questi sono altri discorsi, che faro esporre in un nuovo articolo. Il prossimo.

(it) Frustrazione

16….agosto….2014

23:30

Allone

Una bellissima serata.

Ne tanto caldo…. ne tanto freddo. La gente…. sicuramente a quest’ora si diverte ancora. Oppure si sta ritirando verso i domicili fissi o privati (cioè alberghi, villette o semplicemente a casa). Per chiunque, sarà stato bella questa giornata. Alcuni mare. Altri montagne. Oppure qualche festa (sagra).

Qualche minuto fa, si sentiva ancora i tuoni di qualche sparata di fuochi artificieri. Che bello sarebbe dovuto essere. Ricordo anni fa come restavo affascinato dalla fantasia delle stelline create dai maestri di questi giochi scintillanti. Ed ora? Ora resto con il silenzio del mio camion che non vede l’ora di partire. Di andarsene. Immagino la gente che sta tornando a casa con ancora il sapore in bocca di questa serata bellissima. Una serata in famiglia. Eh già, una famiglia. Io invece ho dovuto trovare le bugie per tutta la giornata.

Bugie si. D’altronde come spiegare ai miei colleghi arrivati dalla Romania perché ho fatto il ferragosto nel camion, quando avevo “la mia casa” a soltanto un paio di chilometri? Come si può affrontare i sguardi ironici e le battute cattivelle.

  • che c’è? le italiane ti hanno buttato fuori dalla casa?”

Buttato? No. Ma…… se come fossi.

A me non resta che vedere come ogni giorno la fiamma che bruciava intorno a me si spegne (anzi, al prossimo soffio di aria non resterà più niente) . Che – anche se lo sapevo, ed anche se speravo di sbagliarmi – niente non esiste in eterno. Nemmeno la passione più violenta. Nemmeno l’amore più surreale.

Sono solo gente. E se è cosi…. mi rendo conto che è anche (oppure sopratutto) per colpa mia. E non lo dico per convinzione. Ma perché sono talmente stanco di discolparmi che non ho più voglia di farlo. Perciò…. se si ha bisogno di un soggetto colpevole… mi faccio avanti.

Oggi accetto le critiche gente. Si può sputare su di me qualsiasi veleno. Potete scovare in qualsiasi angolo della mia stracciata anima. avete il mio permesso. Ma, mi sento frustrato. Molto. Non c’è la faccio più di non sentirmi cosi.

Posso almeno sentirmi frustrato?

[it] Oltre la ragione

ViolentQualche settimana fa, mi trovavo con il lavoro in Germania. Come sapete (chi mi conosce) sa di essere un autotrasportatore (non mi piace “camionista”…. è diventato troppo volgare come parola). Come dicevo, viaggiavo nel territorio tedesco. Ad un certo punto, nella vicinanza di Ingolstadt, città conosciuta anche come la madre del famosissimo concerno Audi. Al improvviso sono stato sorpassato da una dozzina di auto dalla polizia. Tutte con i lampeggianti accesi è una velocità impensabile. Cosa sarà successo, mi dissi? Ho acceso la radio per sentire le notizie. Eh no, non crediate che io saprei anche la lingua di Bach. No (magari).

Ma il mio collega si, pero. Ed è stato lui a spiegarmi perché quella colona di macchine verdi mi si affrettavano cosi tanto. Pare che un uomo avrebbe introdotto un’arma nel edificio del comune e preso dei ostaggi. Il sindaco incluso. Il motivo? Bhe, sembra che sia stato il rifiuto (alle sue intenzioni amorose) di una delle impiegate del edificio. Insomma, una situazione uguale a quelle che vediamo nei film americani. Solo che stavolta non si trattava di soldi e lingotti…. ma di una donna. Ovviamente che alla fine è finito tutto con una introduzione forzata delle forze speciali e la gente è stata liberata. Per fortuna, senza feriti…. o peggio.

Ora vorrei un po a sedermi sulle mie riflessioni. Ma prima di tutto vorrei lasciare da parte quel tipo di “ora basta con le violenze sulle donne”. Anche perché, quando si dicono queste parole sembra esserci messi tutti nello stesso pentolone. E non mi piace affatto. Non ho mai alzato la mano e spero di non farlo mai. Ne su una donna… e nemmeno su un uomo (se è per quello). Ma quando vedo questi discorsi di “FINITELA” femministe mi sembra essere accusato ingiustamente. Anzi, non mi sembra…. ma lo sono. Ma torniamo al mio argomento.

Mi stavo chiedendo….. questo personaggio, un uomo maturo, ingegnere, magari culto, educato….. diventa una bestia. Ma lui avrebbe dovuto sapere/capire che facendo un tale gesto non avrebbe avuto nessuna possibilità di successo. E lui ama cosi tanto alla follia che è disposto a perdere tutto. E lo fa. Come può un uomo (visto che casi disperati li facciamo noi, uomini) ad arrivare a non capire che ci sono cose nella vita al quale non puoi raggiungere (per tutto il resto…. c’è Mastercard)? Che cosa scatta nelle menti di un tale personaggio in quel modo per non rendersi conto che quello che fa non fa altro che distruggere moralmente ogni ragione? E che facendo tale gesto non farà altro che allontanarlo ancora di più da quello che desidera.

Io sono del concetto che se un uomo vuole avere una donna può riuscire, in percentuale di 80%. Ma (dal caso al caso) c’è bisogno di astuzia, e sopratutto di pazienza. Anche perché può essere un colpo di fulmine, oppure aspettare dei anni. Ma sono sicuro che (alla fine) ci può essere una possibilità. Chi lo sa? C’è sempre un treno nella vita. Basta essere li. A prenderlo.

Ma arrivare a misure estreme, a minacciare la vita della persona che la desideriamo (e non solo lei)  mi sembra una stupidaggine.

[it] Essere “grillino”? Scusate, ma non ci riesco.

Beppe_Grillo accusa Sono in contro tendenza. Eh si. Vado contro l’ondata che (per ora) sembra ad essere di moda.
Movimento 5 stelle.
Potrei sembrare pazzo, ma non lo sono. Il fatto sta che io di Grillo non vedo niente (ma proprio NIENTE) di positivo. Questo movimento, a cinque stelle, non significa proprio nulla. Se dici M5S, dici Grillo. Se dici Grillo, dici grida, urla e minacce.
Ok, siamo tutti arrabbiati, Tutti stufi di questi politici materialisti e approfittatori. Ma poi, oltre allo grido di rabbia….. oltre alle minacce aperte….. oltre ad “abbasso la politica”….. che cosa ci offre in cambio Grillo? E dico Grillo perché (gente, siamo sinceri), oltre a lui, non conosciamo nessun altro del suo partito.
Ma poi, chi e questo Beppe Grillo. C’è…. voglio dire…. politicamente parlando.
Beh, può essere anche chiamato Beppe Critigrillo. Una sorte di persona che ha fatto la sua carierà politica criticando. Sfruttando perennemente la delusione e poi la rabbia della gente comune. Un personaggio che nella campagna elettorale ha sempre dettato le regole di sua volontà. Niente stampa, niente confronto, niente altre opinioni nel suo partito. Una sorte di comunismo portato al estremo. Ma niente può essere criticato senza proporre anche. E Grillo….. lo sa.
Eccoci qua alcune delle sue proposte. Ecco i suoi cambiamenti:

*- Referendum su Euro (pazzesco)

*- Ristrutturazione del debito pubblico: diminuire gli interessi e diluire nel tempo la restituzione del capitale (lo ha deciso lui, quindi dovrebbe bastare)

*- Impedire che le offerte di acquisto (Opa) siano ripagate indebitando le società acquisite, mettere un tetto allo stipendio dei manager delle quotate, abolire i monopoli di fatto come Telecom, Autostrade, Eni, Enel, Mediaset, Ferrovie (impedire e abolire come? se sono proprietari delle azioni gli confischiamo? eh eh eh, comunismo puro)

*- No alla Tav, no ai termo-valorizzatori ( quindi i attuali treni vanno bene lo stesso, e l’alternativa ai termo-valorizzatori?)

*- Sostegno all’economia verde, sgravi per le piccole e medie imprese (come?, quale? con quale fondi, visto che c’è la crisi?)

*- Prima casa, via l’Imu e sì all’impignorabilità (ma secondo voi, se c’è l’impignorabilità, quanti pagheranno le rate per la casa? e quante banche ci sarebbero poi disposte a fare i mutui?)

*- Il reddito minimo di cittadinanza (che bellooooo…… sempre forse con i fondi ricavati dalla Svezia? Altrimenti non vedo come si potrebbe fare?)
*- Costi della politica, abolizione delle province e dei rimborsi elettorali (d’accordo, ma voglio vedere se i suoi senatori lo faranno…. voglio proprio vederlo)
*- Editoria, vendita di due canali Rai e abolizione dei contributi ai giornali
(vendetta, dolce vendetta)
Ed ecco che ora come ora, Grillo ha una parola da dire. E cosa dichiara Grillo dal suo bunker blindato? Dico bunker blindato anche perché questo personaggio non si fa vedere. Sta nascosto la, nella sua tana, da dove fa dichiarazioni empiriche (che possono essere contestate, vedi il caso Focus (click)). Furbo signor Beppe. Non esce fuori alla scoperta. Non li piace rischiare di essere colpito anche lui a sua volta.

Ma vediamo un po.
Il leader 5 stelle in un’intervista al settimanale tedesco Focus apre ad un governo Pd-Pdl.
Se Bersani e Berlusconi proponessero l’immediata modifica della legge elettorale, la cancellazione dei rimborsi elettorali e la durata massima di due legislature per ogni parlamentare, sosterremmo ovviamente subito un governo del genere”, ha dichiarato ad un settimanale tedesco.

Quindi vuole la governissima?
NO. Un giorno dopo leggo:
Grillo aveva attaccato duramente Pierluigi Bersani ed il Pd parlando di proposte di coalizione da parte del partito democratico che somigliano ad un “mercato delle vacche”, di “volgari adescatori” in cerca dei suoi eletti e di un metodo di fare politica “puttanesco”
Poi, il giorno seguente “rilancia l’ipotesi di un governissimo, contro cui si è scagliata la base del Pd, dettando le sue condizioni per un eventuale sostegno. Anche se in un post scriptum all’intervento pubblicato ieri sul suo blog continua a ribadire: “per quanto mi riguarda, lo ripeto per l’ultima volta, il M5S non darà la fiducia a nessun governo (tanto meno a un governo Pd – Pdl), ma voterà legge per legge in accordo con il suo programma”.
C’è, ragazzi…. fattemi capire… che cosa vuole il “grande leader”? Non si capisce nulla.
Se dovrei spiegare a qualcuno cosa vuol dire “nichilismo” ci farei vedere Grillo.
Il bello è che poi…. un po, lui si smaschera da solo.
“Saremmo stati forse un po’ preoccupati se avessimo ottenuto subito la maggioranza.
Eh già, li si che vorrei vederti….. messer Grillo.

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P.S. Ragazzi, questo paese affonda. E per (non dico salvarlo ma…) aver speranza di salvarlo c’è bisogno (come minimo) di economisti. Non di buffoni. Forse non l’avrete capito.

[it] La maestra

Stramaledetto Google Earth.
Oggi passavo con la sua “Street View” per le strade della mia infanzia. E mi sono trovato davanti alla vecchia scuola mia. Scuola Generale 147. Il dito sul rotella del mouse su è fermato, incapace di distogliere quella immagine sul edificio al quale avevo speso otto anni della mia vita.
Otto lunghi ani.
I più belli……….. in assoluto.
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Tenevo stretto stretto la mano di mia mamma mentre percorrevamo i corridoi di quella che chiamavano ” la scuola”. Quanta confusione nella mia testa. Quanta gente…. mamme…. bambini… ragazzi… mazzi di fiori… maestre e maestri…. zaini…. il “ding ding ding” di quello campanello che non vedevo e non riuscivo nemmeno a capire suo ruolo.
“Imparerai”, mi aveva detto mamma.
Un odore non ancora estinto di verniciatura fresca, si mescolava con quello del mio zaino nuovo e dei quaderni appena comprati ieri. E quel corridoio….. lungo. Infinitamente lungo.
Un esplosione di sensi.
Ci siamo fermati davanti a quella porta che aveva una semplice carta con delle scritte che io non capivo. Sapevo un po leggere (mamma si era già preso cura), ma non riuscivo a capire lo stesso.
Classe 1C
Ho guardato mamma. Lei mi fissava sorridendomi.
– Hai paura Vale? Non avere. Vedrai, ti piacerà.
Ed entreremo.
Qui il mondo cambierò. Cosi, come nel paese delle meraviglie di una certa Alice che mi leggeva mamma. Sparito il rumore….. le grida dei bambini nel corridoio che avevo attraversato. Anche se, anche qui c’eravamo in tanti. Bambini e genitori. Soltanto che… qui parlavano tutti piano, Quasi sussurravano. Mamma mi indirizzo verso una di quelle strane tavolette inclinate, e mi fece sedere sulla panca. Cominciai a curiosare intorno a me. Anche sotto la panca, dove si trovava un posticino scuro e dove avrei dovuto sistemare il mio zaino. Di fianco, un signore barbuto mi fissava dal suo quadro. Un certo Darwin
Silenzio, per favore.
Quella voce alta, ferma e potente arrivava da una signora appena entrata. E che si reco vicino alla scrivania davanti. I sussurii e le poche parole che erano in corso rimassero per aria. Sguardi curiosi la fissavano con attenzione.
Il mio nome è Paula Georgescu, e sono l’insegnante di questa classe. La 1C.
Si fermo guardandoci come se volesse registrarci mentalmente e continuo…
Vorrei prima di tutto augurarmi una buona collaborazione e…..
Guardavo incuriosito quella donna. Quella donna che, non la sapevo ancora, ma che per quattro anni avrebbe dovuto essermi insegnante. Una seconda madre (dicevano i miei). Aveva cosi, una aurea intorno a se e mi sembrava cosi sicura, cosi severa e forte che niente in questo mondo avrebbe avuto coraggio di contraddirla. Non avevo nessun dubbio, per lei non esistevano nessun mistero in questo mondo a avrebbe avuto risposte a qualsiasi domanda. E questa impressione mi davano anche i occhi di tutti quei genitori che lo ascoltavano. Stregati. Mamma compresa.
Poi, piano piano, cominciarono delle domande. Dai genitori. Io non capivo molto, ma le risposte rapide, corte, implacabile mi dimostravano come la Signora padroneggiava la situazione. Insomma, si vedeva che era come a casa sua. Poi… ad un certo punto…. la Signora li caccio via tutti genitori, esprimendo il desiderio di restare da sola, con noi.
Apriti cielo. Un ansia generale si scateno come al segnale. Non ero uno abituato a star attaccato alla gonna di mia madre. Avevo fatto anche asilo nido settimanale. Ma quei pianti, quei “non voglio che vai, mamma” di alcuni come me, mi turbavano. Mamma capi subito. Si abbasso e sistemandomi capelli disse.
– Non fare come una femminuccia Vale… tu sai com’è, sei già stato.
Un nodo nella gola mi impediva ma sforzandomi gli sorrisi e riuscii a balbettare
– Si mamma, non ti preoccupare… io sono forte
– Bene, e per non farmi vedere i suoi occhi umidi si alzo e… se ne andrò. Senza guardare indietro. Ed io che non avevo capito molto, stavolta avevo una certezza…..
Il mondo……. non sarebbe stato lo stesso come prima. Per me.


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P.S.Come dicevo, stramaledetto Google Earth. Con i suoi “zoom” e “street view”.
Ma anche un Grazie. Di cuore.

[it] Fotografia

A dir la verità, il mio commento viene proprio come risposta a due post pubblicati recentemente.
Uno si trova “Nel mondo di Ifigenia” e l’altro su ” MarisaMoles’s WebBlog “. Nel primo si tratta di una bambina con un viso colpito (di persone ignote). Una foto che ha fatto più effetto del commento stesso (che poi, Dm, lo devi spiegare, no? Altrimenti non vedo il senso del post).

L’altro è il racconto di una madre che – avendo deciso di adottare una bambina di colore – comincia a sentire il peso del razzismo nei confronti di sua figlia. Una storia toccante. Avrei voluto commentare anch’io su quel post ma il dolore che provavo nei confronti di quella donna era talmente lacerante di non riuscire a iniziare quello che avrei voluto dire. Ma che avrei voluto lo stesso opinare per poter confortare questa persona. Ma poi….. come si può confortare una donna che sai che le sue sofferenze sono appena al inizio? Che sua figlia.. più crescerà, più capirà. E più capirà, più soffrirà. Hai quella sorte di impotenza del animo, come quando devi iniettare speranza a un malato terminale. Che sai che non c’è speranza. Io ho dovuto subire ingiustizie tante. E offese. Ma paragonandomi a quelle che aspettano ad essere buttate su figlia di mamma Luisella, mi sento vigliaccamente fortunato.

Allora ho deciso un altro tipo di conforto. Dare un esempio. Un esempio che puo farli vedere che (anche lei), la sua figlia ha la sua fortuna. In confronto ai altri.

Kevin Carter

Kevin Carter (1960 -1994) è stato un famosissimo fotoreporter sud africano. Esso si è fatto conoscere sopratutto per le sue fotografie violenti sulle guerre in Africa sud sahariana. Il suo punto di forza è stato quando nel marzo del 1993 vince il premio Pulitzer con una fotografia che – per quanto crudele – in uguale misura infame.

La foto, rappresenta una piccola bambina del Sudan, sola e estremamente indebolita dalla fame che si trascina faticosamente verso un posto di pronto soccorso. Dietro di lei, un avvoltoio che sente la sua preda indebolita, aspetta implacabile la sua morte. Per divorarla. Vi immaginate la scena? Riuscite a immaginarvi il becco del avvoltoio? Che strapazza la bambina?
Ma il bello arriva adesso. Carter, nel suo racconto sulla foto dichiarava di aver aspettato venti minuti prima di scattarla. Nella speranza che quel avvoltoio avrebbe aperto le ali minacciosamente. Cosi la foto avrebbe avuto più effeto. Vi rendete conto? Stava li ad aspettare la mossa del predatore, mentre la bimba agonizzava. La bimba si è fermata, esausta, piangendo e gemendo per dolori (che lei ancora non li capiva, la FAME). Ma Carter niente. Se avesse fatto qualche gesto l’avvoltoio si sarebbe allontanato (e addio Pulitzer).
Infine, rendendosi conto che l’avvoltoio non aveva nessuna intenzione di aprire le ali scatto la foto dopodiché caccio l’uccellatone e…….. se ne andò. Non si sa se la bambina c’è l’ha fatta.

Joao Silva, un suo amico giornalista dichiarava che infatti, la bambina era stata lasciata (per qualche momenti) dai suoi genitori per prendere cibo da un aereo di aiuti. Ma poi, più tardi, lo stesso Carter dichiarava difendendosi che in quel momento “non ha voluto immischiarsi”.

P.S. 1 Dopo approssimante un anno Kevin Carter si è suicidato  dentro il suo garage con diossido di carbone della sua macchina. Spero che si trascinerà in eterno nel inferno. Con un avvoltoio alle spalle. Un avvoltoio che aspetta….

P.S. 2 Un ringraziamento a Simona per avermi permesso di poter estrarre alcune cose del suo blog.

[ro] 2012. Face-ți valizele. Stăm să murim.

21 decembrie 2012

Sfârșitul lumii este aproape. Ma rog, cam asa prevede calendarul civilizației Mayste. Ne rămâne câteva luni. Cica in 21 decembrie din acest an s-ar petrece ceva care ar duce la sfârșitul acestei civilizații, poate chiar al planetei. Normal, ar fi trebuit sa ma apuc sa mănânc, sa beau, și sa……. ma cam doară în cot de datoriile mele de persoana civilizata și cetățean educat. Si cu toate astea….

Ce ciudata ființă este omul? Are mereu tendința asta de a se exemplifica cu trecutul. In orice domeniu, dacă se vrea a demonstra ca se deține adevărul și mai ales ca un argument hotărâtor (și de neclintit) facem referiment la trecutul nostru. Exemple ca:
…..”încă din trecut strămoșii noștri aveau aceasta“….
sau,
…..”egiptenii (grecii, romanii, peloponezi, etc) considerau aceasta ca“…
Ei da. Deci după ce am primit exemplele asemănătoare cu ale stra stra stra stra bunicilor noștri ar trebui sa fim convinși ca nimic nu poate demonstra contrariul. Adică… dacă ei considerau asta înseamnă ca aveau dreptate. Si ca noi, azi, în epoca moderna, suntem mai tantalai ca ei, ce au trăit acum mii de ani, în epoca antica.

Descoperim o civilizație antica de mii de ani? Are ea un calendar?
Bine.
Si când se termina calendarul lor? Într-un Vineri13? Ei atunci e sigur. Vineri13 e sfârșitul. Ei o știu. Ce dacă erau antici și nu aveau o tehnologie avansata nici 1% decât a noastră. Ei știu mai bine decât noi. Ei cunosc “adevărul”.

Se spune ca au făcut calcule.
Ce calcule?
Unde sunt calculele lor.
In baza a ce?

Si dacă sunt asa de capabili, de ce calculele lor nu le-am moștenit și noi astăzi?

Întreaga planeta va fi distrusa.
Pai bine ma. Da s-a gândit cineva ca ei nici nu aveau habar de ceea ce înseamna “întreaga planeta”? Martor mi-e Hernando Cortez. Si nu încercați sa argumentați ca probabil in concepția lor “întreaga planeta” ar fi imperiul Maya. Pentru ca în acest caz apocalipsa Maysta nu va veni pe 21 decembrie din anul acesta. Ci a fost acum mii de ani. Deci previziunea era falsa.

Divinități ce vor coborî pe pământ.

Mda. Pare ca un anume Quetzalcoatl, divinitate Maya, va cobora pe pământ cu puțin timp înainte de “inevitabil”. Bine bine, dar cum se impaca asta cu tradiția noastra de buni creștini. Ce sens mai are un Iisus Cristos dacă suntem dispuși în a crede în nu știu ce zeu Quetzalcoatlez (divinitatea șarpe)? He he. 🙂

Hai sa facem un mic test. Apucați-vă sa creați un mic calendar al vostru. Nu cu ajutorul computerului, ci cu ajutorul matematicii (și al răbdării noastre). Buun.
Puteți sa-l faceți? Sigur ca da. Cam plictisitor, dar posibil. Pana când veți continua sa-l creați acest calendar? Pana când nivelul vostru de plictiseala va depăși ambiția acestui proiect, nu? Hai sa spunem ca veți reuși sa calculați pana în………. 2 octombrie 20012.
Va imaginați oare ce vor spune locuitori planetei noastre din 2 octombrie 200012 (când vor afla de calendarul vostru)?
Apocalipsaaaa.
Pentru ca noi, azi știm și calculam ce se va întâmpla în acel an, aceea luna, aceea zi. 😆 Iar ei prostănacii n-au cum sa știe. Ar face bine sa se pregătească.

[ro] Nudismul liber

Prefața. Vreau de la început sa precizez ca ideea mi-a venit scotorocind prin posturile blogului lui Cony. Mda. Vroiam sa las si eu acolo o opinie de-a unuia mai anonim. Dar de la a vrea, la a face…. e cale lunga. Adică… vreau sa zic ca mi-am cam dat seama ca răspunsul meu nu este ușor. Ca sunt prea multe problematici ce nu pot fi ignorate cu un “Sunt de acord” sau “Mie nu-mi place”. Si atunci (scumpa Cony) m-am decis sa răspund printr-un post al meu.
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Bineînțeles ca susținătorii nudismului liber sunt cei care aduc argumente precum libertatea , sănătatea și frumusețea (cea a corpului). Eu unul (o spun de la început) nu sunt de acord.
Hai sa vedem și de ce. Nu sunt un retrogradat si nici un mare susținător al “vintage” -ului. Îmi plac noutățile și schimbările de mentalitate. Si cu toate astea…. pus in fata unei decizii de “nudism da, sau nudism nu” prefer alegerea negativa.

“Nudism da” înseamna libertatea de exprimare a corpului?
Si de ce ma rog nu se poate exprima corpul meu având o bucata de carpa in jurul genitalelor mele? Sau deasupra sânilor unei femei? Suprima ea oare aceasta libertate? Nu mi se pare ca libertatea corpului meu are de suferit.

“Nudism da” înseamna sănătatea corpului?
He he. Oare faptul ca sănii sunt mângâiați de către soare sunt mai sănătoși? Sau fesele noastre? Pai parca citisem undeva ca  razele solare sunt cancerigene dacă suntem expuși prea mult la ele. Nici aici nu vad care ar fi diferența intre a purta sutien și slip și a nul purta nimic. Dar ma rog, sa presupunem ca soarele nu este atât de arzător încât sa devina periculos. In fond și la urma urmei presupun ca se vrea un corp bronzat “în totalitate”. Dar asta are de a face cu ce-a de-a treia categorie. Si anume:

“Nudism da” înseamna frumusețea corpului?
Bineînțeles ca atunci când ne gândim de exemplu la topless avem în minte o pereche de sâni superbi ce strălucesc la soare. Si asta e un punct “forte” pentru susținătorii nudismului. Doar ca….. nu toți (PARDON…. toate) au sănii frumoși. Daca e sa ne gândim la faptul ca doar in proporție de 40 la suta sunt in vârsta de la 50 de ani in sus…. nu e ca ma încântă prea tare ideea de a admira sănii acestor persoane. Unde mai pui ca toplesul este un nudism pe jumătate. Iar daca vrem sa vorbim de nudism liber atunci trebuie ținut cont ca jumătate din frecventatorii plajelor sunt bărbați. Bărbați care la rândul lor au si ei o anumita vârsta, nu? Nu prea vad eu o mare frumusețe la o persoana sexagenara ce se etaleaza goala prin fata mea. Fie ca e bărbat sau…. femeie.
Si-apoi nu sunt doar bărbați sau femei pe plaja dar mai avem de-a face si cu copii.
Cu ăștia ce facem? Il legam la ochi? Nu știu daca cuiva iar face placere sa aibă băiatul de 10 ani pe nisip ce se holbează intre picioarele la “tanti aceia grasa de langa noi”. Si sunt sigur ca membruletul sau crud nu ar fi in pauza, ba chiar deloc. In cazul asta ce facem? Batem copilul ca “este un nerușinat”?
Sau si mai rau.
Daca odrasla noastră este fetita? Iar prin fata ei s-ar perinda unul cu mădularul sau pendulând in stanga si in dreapta. Realizați scena? Si mai ales situația de penibilitate (ca sa nu spun rușine) in care va ve-ti afla (voi si… de ce nu… odrasla voastră)? El (nudistul liber) are dreptul s-o facă. Voi nu.

Eu cred ca un costum de baie este binevenit pentru a acoperi nu doar parți ale corpului nostru dar si situațiile jenante ce ar deriva in absenta sa. Corpul uman este frumos. Dar in intimitatea sa. Iar dacă este asa… se datorează si faptului ca intimitatea este privata. Si nu publica.

[ro] Capitalismul si sfarsitul !kung -ilor

Cu mii si mii de ani in urma, inainte de marea criza financiara, in desertul Kalahari traia un popor de bosimani pe nume “!kung”. Oameni si femei de statura mica ce vanau antilope si zebre cu sageti otravite. Inante de a le manca insa, imparteau carnea, pentru ca se considera (conform traditiei) ca prada unui vanator apartinea si celorlalti din preajma sa.
La inceputul anilor ’80 asa zisi !kung inca se mai gaseau in Kalahari. Si in timp ce lumea dimprejurul lor inventasera masinile, bomba atomica si schimbul de actiuni, ei continuau sa vaneze cu sagetile lor otravitoare.
Intr-o zi insa….
Un antropolog american descopera unele schimbari importante in satele de !kung. Vanatori nu mai lipseau de acasa, iar bordeiele lor erau construite intr-asa un fel incat veciniilor sa nu mai vada ce se-ntampla inauntru lor. Nu numai atat, dar existau chiar si lacate la usa. Puse pentru a proteja patrimoniul familiar.
Ce se-ntamplase oare?
Nimic special. Doar ca guvernul din Botswana incepuse sa faca schimb de marfuri cu !kungi. Si uite asa, economia de piata a debarcat si in desertul Kalahari. Un mic popor descoperea acum placerea proprietatii private. Pentru !kung acesta era inceputul capitalismului.

Intre timp, in lume incepea decaderea capitalismului. Cel putin  in forma in care il cunoastem noi azi. Iar pentru a intelege ce se-ntampla cu adevarat, este util sa facem refererire la ceea ce economistul austriac numeste a fi esenta capitalismului. Adica: masinaria.
O metafora perfecta daca ne gandim ca succesul economiei de piata este strans legat de inovatiile tehnologice, cum ar fi motorul pe aburi, locomotiva, cuptorul cu microunde sau linia de montaj. De a ceea e mai usor sa descrii intregul sistem ca pe o mare masinarie ce produce mereu in cantitati din ce in ce mai mari. In ziua de azi, un neamt (de exemplu) are la dispozitie televizoare, carti, mobile, radio, fotocamere digitale,masini de spalat, celulare, automobile, computere. Se preconizeaza ca in total ar avea la dispozitie zece mii de obiecte pentru uz personal. Iar din moment ce firmele produc mereu si mereu obiecte noi, se poate spune ca masinaria noastra isi atinge scopul doar daca persoanele din ambientul sau continua a cumpara.

La sfarsitul anilor ’80, masinaria capitalista primeste un nou si neasteptat avant. Dupa caderea zidului berlinez masinaria se largeste surprinzator in toate colturile cele mai indepartate ale lumii. Colturi ale Europei, Asiei si Africii. Se gasea in fata unor piete noi practic peste tot: in Ucraina, Romania, India, China, Vietnam, Cambogia si chiar si pana la !kung. Asadar dupa ce sa dezvoltat in tarile puternic industrializate ale Europei si Americi de Nord, capitalismul a realizat expansiunea sa la nivel global, in faze diferite, dar toate cu o puternica crestere economica. Deci, normal ar fi ca acum masinaria capitalista a tarilor puternic industrializate sa creasca intr-un ritm fara precedent.
Ar trebui….
Insa in realitate, se verifica contrariul… intr-un mod ciudat si neasteptat.
Masinaria nu mai functioneaza ca la inceput. O cifra. 354 miliarde de euro. Reprezinta cresterea de PIL german intre 2000 si 2006. Adica exact inaintea inceputului de criza. Daca consideram ca germani sunt in numar de 82 de milioane atunci calculand  in acei ani vrea sa zica ca au avut o crestere de 4317 euro “pro-capite”. O cifra ce (comparand cu trecutul) este inferioara. Dar sa nu fim prea lacomi. In fond si la urma urmei, 4317 este inca considerata o suma frumusica, nu? Adevarata semnificatie a celor 354 miliarde de euro este insa alta. Si se intelege atunci cand se confrunta cu cresterea debitului public. Adica 342 miliarde (tot intre 200 si 2006). Mmmh. Pare sa fie aceeasi cifra cu cea a Pil-ului, nu? Deci logic, asta insemnand ca masinaria capitalista a nemtilor a ajuns bunastarea indebitanduse Mereu si mereu mai mult. In practica, asta ar insemna ca dezvoltarea (de fapt) a fost falsa. Masinaria germana alearga…. dar alearga in gol.

Bine, bine, dar aceasta nu-i de ajuns pentru a ne face sa schimbam idea despre economia de piata,nu? Inceputul de mileniu n-a fost usor pentru intreprinzatori germani. Costurile de munca sunt mari,concurenta internazionala este feroce, si in plus economia germana este franata de un numar excesiv de legi birocratice. Putem sa deducem ca poate fi o problema a nemtilor si nu neaparat o problema a capitalismului in general. In fond si la urma urmei sunt diverse modele de masinarii capitaliste, diferite de cea germana. Cum ar fi cea franceza, cea americana, sau japoneza, nu? Fiecare sistem e diferit in felul sau prin prisma legilor si ale contractelor de munca. Sau chiar prin guvernanti si sindicate. Si poate celelate tipuri de masinarii au continuat sa alerge. Din pacate insa, NU. Situatia desastruoasa este aceasi. PESTE TOT. Fie ca este vorba de capitalismul liberist american. Sau de cel centralizat francez. Si nici macar cel japonez, bazat pe logica de consens. La fiecare din ele descoperim ca daca scadem DEBITUL din CRESTEREA nationala ramanem cu cifre aproape de zero.
Sa fie clar, aici nu incercam sa criticam  (sau cautam sa evitam) indebitamentul. Ba din contra, e bine sa se stie ca datoriile sunt esenta economiei de piata. Capitalismul de azi functioneaza asa: cineva – statul, un intreprinzator, nu conteaza cine – se  imprumuta de bani (sa zicem, un milion de euro), si ii foloseste pentru a produce obiecte ce plac altor persoane. Se decide (de exemplu) sa investeasca milionul in OTEL. Cumpara instrumentele necesare per lucrare otelul, angajeaza muncitorii, si apoi se pune pe fabricat automobile. Ce le vinde apoi in bloc cu doua milioane. Iata ca in felul acesta s-a creat valoarea in plus (milionul), deci s-a creat bunastare, inevitabil o crestere economica, nu? Deci asa se porneste masinaria bogatiei capitaliste. Si in felul acesta, cele zece mii de obiecte aflate la dispozitia unui german se dubleaza, devin doua zeci de mii. Cu acest obiectiv, dupa logica capitalismului occidental, statul e obligat a cere imprumut milionul de euro. Astazi insa, cresterea bunastari si a economiei este mult prea instabila. De fapt ceea ce creste in aceste economii sunt doar debitele.
Atunci trebuie sa fie ceva care franeaza masinaria capitalismului. Si trebuie sa fie un fenomen recent, dat fiind faptul ca acum cateva decenii acest tip de capitalism era in crestere vertiginoasa, atat in Germania cat si America sau Japonia. Si trebue sa fiea tat de puternic incat neutralizeaza cresterea monstruoasa ce capitalismul ar fi trebuit sa realizeze odata ce a beneficiat de interminabilele cereri ale pietelor din Europa orientale si Asia. Haideti atunci sa vedem ce au in comun economiile de piata germane, americane, franceze si japoneze. In felul acesta nu vom putea invinovatii economia unei singuri tari (in exemplul nostru, Germania). Deci ce au ele in comun (economiile occidentale).
Pai la prima vedere ne sare in ochi un numitor comun. ABUNDENTA.
Atunci cand economistii se refera la persoane folosesc un termine conoscut ca “consumatori”, pentru ca acesta este rolulcetatenilor intr-un lant economic. De exemplu, in loc de “consumatori” s-ar putea folosi termenul de “cumparatori”. Candva avea acelasi semnificat. Candva. Se citeau cartile ce erau cumparate, se purtau tricouri noi abia iesite la moda, se distrau cu jocuri noi pe piata. Dar ca sa faci toate astea este nevoie de timp. Si asa cum stim (datorita abundentei), un german ce are zece mii de obiecte la dispozitie, pentru a beneficia in plin de ele nu ii mai ramane timp pentru a cumpara altele. Deci, prin logica faptelor consumismul franeaza masinaria. Pentru a putea sa continue cresterea ecnomiei se trebuie cumparat fara pauze.
Ajunsi la acest punct se pune intrebarea: cum se poate convinge o persoana (consumatorii) sa cumpere fara a consuma? Sa cumpere carti ce prafuiesc in sertarele bibliotecilor, tricouri noi ce putrezesc in sifoniere sau jocuri ce sunt neatinse si impachetate pentru a face loc altora noi. Ar exista o posibilitate, prin publicitate. Dar procesul este prea lung, prea dificil si prea scump. Iar de multe ori nu functioneaza. Si iata ca in felul acesta masinaria capitalismului se gripeaza.
Piete imbuibate.
Deja e evident ca in tarile dezvoltate se apropie din ce in ce mai mult situatia creata mai sus. Magazinele sunt din ce in ce mai pline. Iar persoanele continua sa cumpere dar mai putin ca in ani trecuti. Dar ca masinaria sa functioneze trebuie in schimb ca persoanele sa cumpere din ce in ce mai mult. Doar ca…. nu este usor a convinge persoanele (consumatorii) so faca. Piata este tartassata, dar consumatorii au tot ce le trebuie. Cand si cand, mai apare un smartphone nou, un laptop sau televisor 3D. Dar mai mult nu se poate face.
Ce minunatie. Suntem satui. Asa cum de altfel prevedea un faimos economist in cartea “Posibilitatile economice pentru nepotilor nostri“. Se numea John Maynard Keynes. El a profetizat ca nepoti sai (ca adulti consumatori) vor fi de opt ori mai bogati ca el si ca o asemenea lume abundenta va satisface nevoile “absolute” ale populatiei. Deci economia se va opri din crestere iar capitalismul se va epuiza atingand scopul sau de a rezolva nevoile societatii. Persoanele vor fi fericite.
Era 1930. Iar “nepotii” sai….. suntem noi.
De atunci (1930) reditul pe cap de locuitor (in occident, se intelege) a crescut de ….opt ori.
Cu timpul insa cresterea economica a ajuns la un punct mort. Multe persoane insa nu sunt prea multumite. Di contra. In Germania, in Statele Unite, senzatia de fericire, de bunastare, nu mai creste deloc. Se simtea deja prin ani 70 o asemenea tendinta. In schimb, a crescut numarul persoanelor cu boli cauzate de stres. Unii deja folosesc formula de “capitalism fara dezvoltare”. Nu suna rau. Ar fi ceva de genul “bunastare fara stres”. Acelasi Keynes credea ca in felul acesta masinaria capitalistica se va opri din proprie initiativa. Si ca va lasa lumea in pace.
Faptul ca nu este asa o demonstreaza situatia actuala. Destul se deschidem un ziar, sau televizorul, sau chiar andare in internet. E ca o piesa de teatru la gradina. Aceasta reprezentatie a inceput turneul sau prin septembrie 2008. Atunci cand banca de investiment Lehmann Brothers a falimentat. Se numeste CRIZA FINANCIARA. In realitate nu este vorba de o criza financiara, si nici de una a debitului…. ci de ceva diferit.
Inante de a se manifesta aceeasta criza, investitori americani au mizat pe sectorul imobiliar, cumparand titluri. Au speculat pe faptul ca vor fi construite alte case mereu si mereu. Dar di pacate piata era deja saturata. Titlurile lor au pierdut valoarea…. si in felul acesta criza financiara si-a aratat dintii sai. Gravitatea statea in faptul ca majoritatea acestor investitori erau…. bancile. In mod normal, afacerile lor se bazeaza in a furniza credite pe piata in expansiune. Ca de exemplu, pe piata automobilelor. Dar piata numai crestea destul ca sa multumeasca creditul bancar. Si-atunci multe banci au cautat alte noi activitati in expansiune. Di pacate, atunci cand si aceste noi activitati (piete) au falimentat, bancile s-au gasit cu pierderi mari si fara posibilitatea de a le acoperi. Si aici incepe dansul. Pentru a salva bancile, statul le sare in ajutor comparand parte din actiunile sale. Dar pentru a le cumpara este obligat sa faca imprumut. Doar ca statele erau deja indebitate peste masura. Iar acum, nu numai bancile ba chiar si statele erau in vartejul crizei. Ani intregi la rand, statele au sperat ca debitele contractate sa fie reduse printr-o crestere a economiilor si deci mai multe intrari fiscale. Doar ca….. aceasta crestere n-a fost. Deci nici intrari fiscale. Iar acum cu ajutorul dat bancilor aceste datorii au crescut la un nivel fara proportii. Asa a inceput criza datoriilor.
Care este problema reala? Lipseste dezvoltarea. Statele puternic industrializate au facut (in acesti trei ani de criza) legi pentru a accelera dezvoltarea economiei, iar in felul acesta incepem sa intelegem adevarata natura a crizei. Guvernele americane, germane sau japoneze au coborat nivelul de taxe, si au facut legi ce incentiveaza alegerea noastra in a consuma mai mult. si mai mult. Poate in felul acesta se rezolva totul, s-au gandit. Poate ca lumea va incepe din nou sa consume mai mult iar in felul acesta imprenditorii se vor dezvolta din nou. Poate ca indianii si chinezii vor cumpara automobilele si masinile de spalat produse de occidentali. Poate ca cineva din noi va inventa un produs nou ce va purta la o noua foame de consumuri. Cine stie, un telefon cu care se poate zbura de exemplu. Nu stim daca va functiona. Iar in cazul acesta ne raman doua strade de ales.
In prima consta in a stimula cu orce pret aceasta dezvoltare industrializata. Ca si pana acum. Cu consecventa ca vor creste cheltuielile dar si debitele. Ca sa nu mai vorbim de poluarea si emisiunile de dioxid de carbon causate de masinaria capitalistica. Cat de mare va fi e direct proportional cu cantitatea de obiecte cesunt la dispozitia persoanelor (consumatorilor). Aceste “cauze-efect” sunt si au fost mereu dificil de justificat. In trecut era vazuta ca un pret de plata pentru bunastarea in care ne aflam. Ca o conditie (necesara pentru crearea noilor locuri de munca si pentru dezvoltare). Se putea afirma chiar faptul ca, “cu cat mai multa bunastare, cu atat mai multe fonduri pentru dezvoltarea energiei alternative”.
Dar daca dezvoltarea este falsa, iar utilitatea ei este doar aceea in a evita o noua prabusire a burselor, atunci vine spontan intrebarea daca arderea de gaz si petrol a tarilor puternic industrializate merita. Acum insa, ne prefacem in a nu vedea aceasta intrebare si a incerca sa trecem peste aceasta criza. Ceea ce conteaza acum este ca masinaria capitalista sa functioneze…. pana la urmatoarea criza.
Cea de-a doua strada pe care putem alege este mai grea, si nu stim unde duce. Rolul sau este in a incerca sa gasim raspunsuri la alte intrebari mai grele. Societatea se poate organiza in asa un fel incat sa conserve bunastarea sa in loc de a dezvolta-o? Ce se poate face ca fericirea persoanelor sa creasca si nu facturile intreprinzatorilor? E posibil sa dam naturii o valoare mai mare decat celor zece mii de obiecte la dispozitia noastra? In cateva cuvinte, exista o alternativa la capitalism?
Punctul de vedere al celor saraci.
E o antica intrebare. De-a lungul secolelor au facut-o de mii de ori marxistii, teologii, romanticii, sindicalistii, tertomondistii. Dar a fost pusa mereu din punctul de vedere al celor saraci. Si aceea  prin care se bazau pe ideea ca “mizeria nu poate fi eliminata de capitalism”. Iar unii au incercat sa inventeze un sistem ce ar fi eliminat saracia intr-un mod mult mai rapid decat a facut-o economia de piata. Exemple sunt. Mahatma Gandhi cerea ca fiecare sa-si procure hainele si hrana singur. In felul acesta ar fi evitat economia de piata. Sau promotorii  del autogestiunea anarhica, unde nimeni nu se poate imbogatii pe spinarea celuilalt. O ideea ce a durat putin, si a sfarsit in timpul razboiului civil spaniol. Apoi a fost socialismul, cu variantele sale specifice. Toate aceste variante au naufragat iar la sfarsitul lor sau demonstrat mai putin capabile ca masinaria capitalista. Ce nu a produs doar opulenta aparenta (iar uneori obscena) dar a salvat de la saracie si alte milioane de chinezi, indiani sud-coreani, si brazilieni. Capitalismul deci, nu va muri pentru mizerie, dar foarte probabil pentru bogatia ce a creato. Capitalismul a bandajat suferintele persoanelor: de aceea este de negandit o revolutie de jos. Ca de altfel nici un nou sistem economic creat de sus.

P.S. Banul, ce la sfarsitul anilor ’90 ajunsese si la !kung nu a ramas prea mult prin acele parti. Cineva se gandise ca in acele parti din desertul Kalahari s-ar fi gasit diamante. Si asa, !kung au fost izgoniti din acele parti. Astazi eilucreaza pe bani putini ca fermieri sau servitori prin diverse locuri. Asta pentru cine n-a deventi alcolist si duce o viata de solitudine in rezervatii naturale. Incercand din nou sa vaneze, precum starmosii lor.
Poate ca exemplul, sau alternativa la capitalism nu este necesara doar tarilor dezvoltate. Ci si celor ramasi din tribul !kung.

[ro] Ne-aţi minţit.

E criza….  Mda.

Privind cu atenţie  la cauzele acestei crize îmi vine (nu ştiu de ce”) în minte zilele revoluţiei romane din ’89. Atunci când ni se cerea sa ieşim în strada pentru a cere desfiinţarea sistemului comunist falimentar. Si noi am făcut-o. Ca sa fiu cinstit nu cred  ca revoluţia romana a fost de origine anti-comunista. Dacă poate fi numita revoluţie. Dar ma rog. Revoluţie sau lovitura de stat, ce-o fi fost, ceea ce este cert e ca a avut suportul maselor. Deşi, repet, nu a avut ca origine anticomunismul, ci mai degrabă anticeausișmul. Cel puţin în Bucureşti . După aia, încet…. încet…. ni sa explicat ca am ieşit în strada împotriva comunismului. Nu era adevărat, dar ma rog, nu eram nici împotriva idei de a izgoni comuniştii (credeam noi). După care, pentru a nu mai avea nici un dubiu (sau părere de rău), au început sa apară la televizor sau în mass media diverşi experţi în a ne explica de ce comunismul este falimentar. Iar capitalismul nu. Si i-am crezut şi de aceasta data. Pai nu?

Ei erau mari experţi ce trebuiau sa ne arate cum şi de ce, comunismul nu poate funcţiona.  Hai sa vedem un pic….. ce reguli (de baza) nu pot absenta, pentru a funcţiona o societate. Ni s-a spus:

  • că în comunism nu exista piaţa libera (sau asa zisa “economie de piaţă“). Aceasta economie se autoreglează singura făcând ca preturile sa rămână mici şi la un standard ridicat.  *** Asta probabil ca e o gluma. Nu de alta dar spuneţi-io amărâtului ala de tejghetar, cu magazinelul lui alimentar ce se afla vis-a-vis de MALL. Sa vedeţi acolo ce concurenta loiala are sărmanul.
  • că (cică)  în capitalism, proprietatea privata ar fi sfânta şi de neatins. Nu ca în comunism, unde statul te poate expropria.  *** Ah da? Păi hai sa ne uitam (de exemplu) în articolul 42 al Constituţiei Italiane ce spune ca “proprietatea privata poate fi expropriata pentru utilitatea publica.  Păi mai comunism de atât…. 😯
  • că sistemul comunist ascunde adevărul și nu este transparent cu cetățenii sai, asa cum o face sistemul capitalist. *** He he he, asta sa io spuneți lui Mutu. Altfel nu vad de ce atâta TAM TAM în al aresta pe  deținătorul site -ului și atâta oboseala în a închide Wikileaks-ul. Probabil ca transparenta capitaliștilor are alta valoare cu cea a comuniștilor.
  • că doar economia de piață are capacitatea de a regla un sistem economic, și doar domeniul privat reușește sa aducă bogăție și bunăstare. ***O fi. Dar atunci de ce de la o vreme bursele sunt în declin, iar economia globala este în cădere vertiginoasa?
  • că doar trecerea de la public la privat este valabila si nu invers. *** Eeeeeh aici as vrea sa ma opresc un pic. Deci de la privat la public nu este bine. Pai atunci de ce nu-mi explica și mie cineva de ce (în actualele condiții) băncile sunt salvate de către stat prin capitalizare? Adică….. sunt cumpărate de către stat. Pentru a fi salvate de la faliment. Pai… mai sa fie… cum rămâne cu ->> privatul, unica soluție?
  • toată tevatura asta (ase citi… criza mondiala) nu putea decât sa ducă la nemulțumiri populare. Asa zișii “Indignados”. Persoane care au “descoperit” sărăcia. Persoane care sunt hotărâte sa manifesteze in fata guvernelor. Persoane ce sunt izgonite cu forța din piețele ocupate (cu corturi). Persoane ce sunt catalogate de către unii prim miniștri (Cameron)  ca fiind Huligani. *** Va mai amintiți de Iliescu? De manifestația studenților din Piața Universității? De “golani”? He he he. Ce l-au mai criticat.

Dragi politici… nu știu de ce…. dar cred ca sunteți niște mincinoși.

[ro] Sa râzi…. sa râzi la nebunie….. si-apoi sa plângi.

Ultima tendinţa de bloggeri românaşi este aceea de a rade şi batjocori (într-un stil de aroganta dus pana aproape de paroxism) acele persoane ce au (după părerea mea) ghinionul sa le miroasă pielea. Acum, eu nu zic, mai sunt şi din aceia ce apa si săpunul le sunt duşmani declaraţi. Dar asta nu înseamna ca sunt cu toţii la fel. Cum spuneam, blogarii noştri (neaoş carpatini) au (asa…. de la o vreme) o placere sadica sa demonstreze cat de curaţi sunt ei si cat de sensibili au devenit la mirosurile porilor transpirativi ale altora. Si în general…. aceşti altora sunt persoane în vârsta (sau oricum cu mult mai mari decât ele). Iar locul de prezentare a “vinovatului” nu poate fi altul decât în….autobuz. De parca locul cu pricina ar fi fost blestemat. Nu numai locul. Dar si persoanele care se afla in acest mijloc de transport in comun. Adică…. autobuzul cu pricina…. are asa o putere diabolica încât persoanele ce suferă de mirosul urat al altora nu pot cobora si merge pe jos (savurând splendoarea aerului curat al naturii), si deci trebuie sa suporte supliciul pana la capătul liniei (nu o staţie sau doua ci toată cursa).

Mai apoi, dacă aveţi curiozitatea sa citiţi aceste bloguri (de persoane extrem de igienice) veţi descoperi ca in marea lor majoritate sunt studenţi ce se întorc de la facultăţile lor. Deci ca un procent de evaluare se va înţelege ca studenţii noştri dragi s-au cam saturat de neaosul muncitor roman ce ii miros subtioarele de transpiraţie si gura de vodca ieftina. Si ca a venit timpul sa li se transmită acestor “împuţiţi” ca in afara de apa si săpun mai trebuie sa se clătească in gura si cu colu-toriu, sa clefetească Orbit si sa se dea cu vreun Terre d’Hermes.

Din păcate, multe din aceste personaje frumos mirositoare uita un lucru. Ca de cele mai multe ori apa cu care se spala, şamponul Garnier Fructis (ultra) si mai ales Hugo Bossul ce le îmbălsămează şelele costa bani. Si încă bani multi. Bani ce probabil le sunt dăruiţi de către scumpi lor părinti. Părinţi care la rândul lor ii câştiga cu sudoare. Foarte multa sudoare. Si ca aceste persoane….. poate…… nu au posibilitatea in asi face dus la sfârşitul orelor de program. Si atunci? Ii condamnam la mers pe jos pana acasă?

Diemme - La strada è lunga, ma la sto percorrendo

Non è vero che sono invincibile, mi rompo in mille pezzi anche io...è solo che ho imparato a non fare rumore. *** Amami quando meno lo merito, che è quando ne ho più bisogno (Catullo) - Non sprecate tempo a cercare gli ostacoli: potrebbero non essercene. Franz Kafka —- Non è ciò che tu sei che ti frena, ma ciò che tu pensi di non essere. Denis Waitley -- Non c'è schiaffo più violento di una carezza negata

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